Di Viviana Pizzi
Questa volta è accaduto a Palermo in via Sciuti. La società ”Innova
House Refresh” ha escogitato una nuova trovata. Si tratta di riproporre
Amsterdam in Sicilia. Se nella capitale olandese però, le donne si trovano in
vetrina per esercitare il mestiere della
prostituzione, nel capoluogo isolano invece non è altro che una pubblicità.
I giornali locali hanno accolto con simpatia l’iniziativa. Addirittura
si parla di una campagna “originale” e di “fortunati” che possono usufruirne.
Il video ora anche su
youtube parla chiaro. Si tratta di ragazze rigorosamente in bikini esposte in
vetrina e che si fanno vedere mentre si fanno una doccia.
L’obiettivo della campagna pubblicitaria è naturalmente
quello di attirare gli sguardi “vogliosi” degli uomini. Che quasi inebetiti si
fermano a guardare, fotografando e riprendendo con il cellulare quello che
accade.
Sono due però le cose che non si vedono a occhio nudo. O
meglio che la società patriarcale finge di non vedere. Le tre modelle in
vetrina sono donne e vengono utilizzate con pezzi di carne da macelleria. Tre
oggetti da spolpare con gli occhi e con l’immaginazione. Bene per il maschio
che secondo i più “gode di quello
spettacolo” non c’è nulla di male. La pubblicità poi, proprio perché scimmiotta
le vetrine del Nord Europa, al contrario di quanto affermano i quotidiani locali tutto
è tranne che originale. E’ invece una imitazione anche malriuscita di ciò che
avviene in Belgio e Olanda. Corpi oggettivizzati soltanto per vendere qualche
pezzo di sanitario in più.
Poi si sottolinea che gli uomini sarebbero i “fortunati” nel
godere dello spettacolo di tre ragazze in bikini mentre si fanno la doccia per
finta. Ragazz* , non esiste alcuna fortuna. Per guardare basterebbe andare al
mare nei mesi estivi. Non c’è niente di fortunato a trovarsi davanti all’oggettivazione
del corpo femminile. E vedere come vengono sfruttate, solo per far guadagnare
qualche spicciolo in più all’azienda che rappresentano.
E i consensi tanto sbandierati? Non ci sono e basta guardare i commenti sotto al video youtube.
E’ l’utente
Charliekillsthecity a criticarla più aspramente: “Che ideona! Anzi, ideonissima! Già, peccato l'abbia già fatto Niceta
diversi anni fa esponendo corpi femminili in costume da bagno, peccato che a
strumentalizzare il corpo femminile siano ormai quasi tutte le aziende. Idea
mainstream e di pessimo gusto”.
E Media Socio Education rincara la dose: “Pazzesco compendio di sfruttamento
pretestuoso del corpo per fini pubblicitari, senza contare le immagini tossiche
e modelli sessisti che questo filmato diffonde... Il simbolo di un Paese in
totale sfacelo culturale e civile”.
Come al solito gli unici a non rendersi conto del
degrado della pubblicità sono gli organi di stampa locali. Sarà che il linguaggio
della stampa sia legato a ritorni di tipo pubblicitario? Di certo sarà così. Perché
altrimenti non si può negare che questa campagna è una delle più sessiste mai
viste in circolazione.
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