giovedì 7 novembre 2013

Ragazze in doccia per pubblicizzare sanitari, su youtube scoppia la rivolta: campagna sessista.



Di Viviana Pizzi
Questa volta è accaduto a Palermo in via Sciuti. La società ”Innova House Refresh” ha escogitato una nuova trovata. Si tratta di riproporre Amsterdam in Sicilia. Se nella capitale olandese però, le donne si trovano in vetrina  per esercitare il mestiere della prostituzione, nel capoluogo isolano invece non è altro che una pubblicità.
I giornali locali hanno accolto con simpatia l’iniziativa. Addirittura si parla di una campagna “originale” e di “fortunati” che possono usufruirne. Il video ora anche su youtube parla chiaro. Si tratta di ragazze rigorosamente in bikini esposte in vetrina e che si fanno vedere mentre si fanno una doccia.
L’obiettivo della campagna pubblicitaria è naturalmente quello di attirare gli sguardi “vogliosi” degli uomini. Che quasi inebetiti si fermano a guardare, fotografando e riprendendo con il cellulare quello che accade.
Sono due però le cose che non si vedono a occhio nudo. O meglio che la società patriarcale finge di non vedere. Le tre modelle in vetrina sono donne e vengono utilizzate con pezzi di carne da macelleria. Tre oggetti da spolpare con gli occhi e con l’immaginazione. Bene per il maschio che  secondo i più “gode di quello spettacolo” non c’è nulla di male. La pubblicità poi, proprio perché scimmiotta le vetrine del Nord Europa, al contrario  di quanto affermano i quotidiani locali tutto è tranne che originale. E’ invece una imitazione anche malriuscita di ciò che avviene in Belgio e Olanda. Corpi oggettivizzati soltanto per vendere qualche pezzo di sanitario in più.
Poi si sottolinea che gli uomini sarebbero i “fortunati” nel godere dello spettacolo di tre ragazze in bikini mentre si fanno la doccia per finta. Ragazz* , non esiste alcuna fortuna. Per guardare basterebbe andare al mare nei mesi estivi. Non c’è niente di fortunato a trovarsi davanti all’oggettivazione del corpo femminile. E vedere come vengono sfruttate, solo per far guadagnare qualche spicciolo in più all’azienda che rappresentano.  
E i consensi tanto sbandierati? Non  ci sono e basta guardare i commenti sotto al video youtube.
E’ l’utente Charliekillsthecity a criticarla più aspramente: Che ideona! Anzi, ideonissima! Già, peccato l'abbia già fatto Niceta diversi anni fa esponendo corpi femminili in costume da bagno, peccato che a strumentalizzare il corpo femminile siano ormai quasi tutte le aziende. Idea mainstream e di pessimo gusto”.
E Media Socio Education rincara la dose: “Pazzesco compendio di sfruttamento pretestuoso del corpo per fini pubblicitari, senza contare le immagini tossiche e modelli sessisti che questo filmato diffonde... Il simbolo di un Paese in totale sfacelo culturale e civile”.
Come al solito gli unici a non rendersi conto del degrado della pubblicità sono gli organi di stampa locali. Sarà che il linguaggio della stampa sia legato a ritorni di tipo pubblicitario? Di certo sarà così. Perché altrimenti non si può negare che questa campagna è una delle più sessiste mai viste in circolazione.


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